L’avvento degli Smart mette in difficoltà i quarzi tradizionali
Cosa riserverà il futuro agli appassionati di Orologeria?
Nel corso dell’ultimo ventennio dello scorso secolo si perpetrò una rivoluzione che mise in seria difficoltà l’economia del mercato orologiero, e anche a rischio la stabilità dell’industria svizzera. Il quarzo si presentò in modo prepotente e sconvolse il mercato.
A circa 40 anni da allora, ma in modo più strisciante, si presenta una nuova alternativa. La tecnologia è cresciuta, i gusti sono cambiati, le esigenze nei confronti dell’Elettronica si sono moltiplicate.
Nel frattempo il mercato dell’Orologeria tradizionale, che sopravvisse grazie all’intuizione di Nicholas Hayek con lo Swatch, si è assestato su un target più definito.
Ciò non sminuisce però l’importanza delle nuove tendenze.
Il livello di presenza degli orologi analogici a quarzo è subordinato alla forza dei marchi sul mercato.
Si assiste ad un andamento incerto, con prezzi che si collocano agli antipodi tra loro, e appaiono sempre meno giustificati almeno in relazioni alle prestazioni che offrono.
Tutto fa quindi pensare a una direzione che segua la risposta consueta degli appassionati alla solita domanda: tradizione o prestazioni?
I due fattori si traducono oggi in Automatico o Smartwatch. Vediamo il perché.
Nella lotta all’interno del comparto meccanico, l’Automatico prevale proprio in virtù del nuovo atteggiamento di vita del consumatore. Oggi non si ritiene “comodo” il dover caricare manualmente l’orologio. Ma forse, ancor più, non ci si ricorderebbe di farlo.
Viene sempre meno l’apporto di coloro che cercavano col loro segnatempo un “contatto fisico”.
Quel che sopravvive negli appassionati è però la suggestione della meccanica, ovvero lo stupore di una tecnologia e di una tecnica che l’uomo sente più vicina a se stesso.
Di conseguenza, almeno per il momento e per il futuro più immediato, l’orologio a carica manuale è destinato a restare un prodotto di nicchia, lasciando la gran parte del mercato della meccanica all’automatico.
Sul fronte della tecnologia più spinta invece abbiamo forte l’incidenza del fattore estetico e della richiesta prestazionale più estrema.
Riguardo all’estetica la partita si svolge ovviamente tra visualizzazione analogica o digitale. Da rimarcare però che sono entrambe delle categorie che sono coperte dallo Smartwatch.
Perché dunque acquistare un orologio a quarzo tradizionale analogico, oppure un altro digitale, quando lo Smart mi consente di avere entrambe le opzioni.
Se poi passiamo a valutare il secondo fattore, quello delle prestazioni, la battaglia per lo Smart è ancora più semplice: si tratta di una tecnologia che consente mille sbocchi anche attraverso la connettività. Non c’è partita.
La domanda è: quanto tempo trascorrerà prima che questa mentalità incentrata sulla richiesta di funzioni emerga assottigliando il mercato dei quarzi tradizionali?
Il prezzo non potrà più essere motivo di scelta, in quanto anche gli Smart si trovano ormai a pochi Euro.
Insomma: mai come in questo momento l’Orologeria si è trovata aggrappata alla suggestione. Ma è una suggestione ambigua, perché spazia tra l’emozione di un prodotto ancora vicino all’uomo (l’automatico), e uno che si allontana filosoficamente da lui (lo Smart), ma con la “tentazione” che quest’ultimo … è tanto utile!