I “pezzi” per chi ama l’Orologeria
Attratti dalla foto del titolo ci si aspetterebbe che si parlasse di Rolex. E invece no!
Il collezionista è uno “strano animale terrestre” che come tutti cade in uno stereotipo, ma che delinea caratteristiche quanto mai variegate.
Abbiamo chi si dedica alla collezione perché “è di moda”, chi perché vuole lucrare nel tempo, chi si appassiona ad una marca o a una serie, e altro ancora.
Coloro che sfuggono a queste categorie così diffuse sono certamente quelli che cercano i “pezzi” che hanno fatto la storia dell’Orologeria.
Per rientrare in questo ristretto numero non basta avere passione. A questa va aggiunta anche una conoscenza profonda della materia, e un approccio quasi filosofico al tempo.
L’Orologeria affonda le sue radici nella scienza e nella necessità di misurare lo scorrere inesorabile del tempo, nel tentativo di piegarlo in qualche modo alle esigenze umane.
E chi si appassiona a questo aspetto non può cadere nelle mode, nel trend momentaneo, ma vive la sua passione insieme a quella di una ricerca ordinata.
Non si può quindi restringere il campo ai soli modelli gettonati. Ma ciò fa in modo che si arrivi a scoprire orologi che spesso vengono snobbati dalla massa.
Occorre però, anche qui restringere il campo di interesse, perché si correrebbe il rischio di dilagare in clessidre, orologi ad acqua, o altri sogni irraggiungibili.
Ben più concreta è invece la ricerca di quei segnatempo da polso che hanno fatto la storia favorendo l’evoluzione dell’Orologeria.
Fino a qualche tempo fa quasi nessuno si curava di cercare i primi orologi automatici, o quelli che hanno abbinato alle funzioni dell’orologio da polso lo svegliarino, o i primi tentativi di orologio con calendario.
Oggi la situazione è diversa, almeno relativamente ad aspetti che sono entrati, grazie alla rete e alla sua informazione, in un ambito più conosciuto.
Benché tardi per riuscire a raggiungere questi orologi a prezzi stracciati, vorrei elencare alcune proposte che potrebbero solleticare curiosità e stimolare la fantasia nella ricerca di altri orizzonti.
E il prezzo resta comunque molto al di sotto dei modelli da collezione comunemente conosciuti.
Harwood
Con una certa precisione concettuale, seppur non assoluta, possiamo determinare che il primo orologio automatico fu un Harwood.
John Harwood (1893-1965) fu un orologiaio dell’Isola di Man (la stessa di George Daniels, scopritore dello scappamento coassiale).
Seppure ignaro dei primi tentativi, risalenti al ‘700, che portarono ai primi automatici da tasca, Harwood rielaborò il sistema riuscendo ad applicarlo ai meccanismi abbastanza miniaturizzati da poterli portare al polso.
Raggiunse la miniaturizzazione avvalendosi di un sistema che consisteva in due moduli uniti da due bracci, di cui uno si infilava tra meccanismo e quadrante e l’altro agiva sopra i ponti del ruotismo.
La corona di messa in orario fu eliminata, e per regolare l’orario si agiva sulla lunetta circolare in perimetro al quadrante.
Oggi possiamo trovare abbastanza agevolmente questi esemplari, in modo particolare quelli diffusi nella prima metà del secolo scorso.
Un Harwood non può quindi mancare in una collezione che vuole definirsi tale.
Oggi Harwood ha avuto nuova vita sotto la spinta dell’interesse dei collezionisti.
Vulcain
Un altro spunto di interesse ci può essere dato da quello che si può definire l’orologio da polso con sveglia che maggiormente ha influenzato il mercato. Stiamo parlando del Vulcain Cricket.
Vulcain è una maison fondata nel 1858 dall’allora ventisettenne Maurice Ditisheim a La Chaux-de-Fonds.
Nel 1899 vinse la medaglia di bronzo all’Esposizione Universale di Parigi, e nel 1929 vinse il primo premio all’Esposizione Internazionale di Barcellona.
Il successo imperituro arrivò però solo nel 1947 con la commercializzazione del modello Cricket, primo orologio da polso con sveglia meccanica.
Il Vulcain Cricket consolidò la propria fama anche grazie a clienti illustri, come i Presidenti USA Eisenhower, Nixon e Johnson, tanto da meritare l’appellativo di “President’s watch”.
Oggi Vulcain è presente sul mercato grazie al rilancio avvenuto nel settembre 2001, quando la P.M.H. S.A. ne acquisì nome e brevetti.
Omega
Forse non tutti sanno che il primo orologio subacqueo fu un Omega, e precisamente il “Marine” prodotto nel 1932.
Questo segnatempo oggi ignorato dai più, era dotato di un ingegnoso meccanismo brevettato con doppia cassa sigillata con il sughero.
Sempre in casa Omega dobbiamo citare un nome famoso: il Moon Watch.
La sua storia, che lo portò ad essere REALMENTE il primo orologio indossato dagli astronauti sulla Luna, iniziò per caso e senza l’intrusione di motivi pubblicitari.
I tecnici della Nasa impegnati nella missione Apollo, cercarono segretamente un cronografo a carica manuale (un automatico non avrebbe funzionato in atmosfera lunare) che rispondesse ai requisiti di affidabilità e alle eccezionali sollecitazioni di un volo spaziale.
Dopo aver selezionato acquistando segretamente 10 orologi di marchi diversi, scelsero proprio un Omega equipaggiato dal mitico calibro (1)861. (notare uno tra parentesi), in quanto fu l’unico che resistette e restò preciso e funzionante dopo i vari test. Alcuni orologi addirittura scoppiarono e altri implosero.
Un particolare succoso: il primo orologio sulla Luna NON fu il Moon Watch di Armstrong, ma di Aldrin. Durante il viaggio di avvicinamento alla Luna si guastò l’orologio della navetta, per cui il comandante Neil Armstrong appesa in bacheca il proprio orologio da polso che divenne l’orologio a cui gli astronauti si attenevano a bordo. Sulla Luna quindi sbarcò l’Omega di Buzz Aldrin.
Oggi il Moon Watch è ancora in commercio, ma non col calibro del tempo. Omega lo ripropone costantemente a catalogo e lo declina in molti modi che variano per funzioni, misure o ricorrenze.
Paketa
Sembrerà strano, ma tutti gli appassionati sono al corrente della particolarità e della suggestione dell’Orologeria dell’ex URSS.
Sono orologi spartani, spesso poco precisi, difficilmente riparabili, ma che propongono un’immagine precisa di quello che era il mondo della “guerra fredda”.
Sono ricercati non solo dai nostalgici del sistema sovietico, ma anche in virtù di soluzioni pratiche che sopperivano con la fantasia alle funzioni tecnologiche apportate dall’orologeria svizzera e occidentale in genere.
Un esempio è costituito dal Paketa (si pronuncia Raketa in virtù dell’alfabeto cirillico).
Paketa è l’orologio russo più conosciuto, tanto che ogni altro segnatempo ex-sovietico viene snobbato dai collezionisti.
Nella fattispecie del calendario perpetuo, che sappiamo complicazione molto pregiata e costosissima che richiede un meccanismo super-elaborato e che costituisce il sogno di ogni appassionato, Paketa propose un orologio da polso con una tabella sul quadrante attraverso la quale si può calcolare una data di un qualsiasi anno passato, presente e futuro, e ci consente di decifrarla anche senza l’ausilio di alcun meccanismo aggiuntivo.
Certo non fu una scoperta tecnologica, perché indica visibilmente nulla, ma è il frutto di un’abile stratagemma.
Oggi un Paketa di questo tipo si può trovare in rete a meno di €. 100,00
Di esempi come questi il panorama orologiero è ricchissimo, e può essere limitato solo dalla fantasia e dalla nostra ricerca personale.
Qualche spunto?
Quali furono e sono gli orologi indossati da James Bond?
Qual è l’ultima innovazione tecnologica nel campo orologiero?
Quale orologio fu il primo ad essere adottato a bordo di un batiscafo?
Quale fu indossato per primo al Polo Nord?
Di questi e altri mille aspetti parleremo nei futuri articoli.